Prevenire la carie a tavola

Prevenire la carie a tavola

La carie è una patologia dentale che degenera lentamente i tessuti del dente ed è causata da batteri patogeni che proliferano nella bocca nutrendosi dei residui di cibo. E’ la patologia più diffusa al mondo. Si stima infatti che circa il 90% della popolazione mondiale ne sia affetto e tale condizione colpisce anche i bambini.

La carie è spesso associata ad una cattiva igiene orale e al consumo di zuccheri “fermentabili”, cioè carboidrati che danno luogo a fermentazione nell’intestino ad opera della flora intestinale. A questa categoria appartengono gli zuccheri semplici, come glucosio, maltosio, fruttosio, ossia quelli contenuti nei dolci, che “alimentano” i batteri patogeni. Uno studio recente [1] ha dimostrato in che modo l’alimentazione influisce sulla salute dei denti in età pediatrica cambiando la composizione della flora batterica della superficie dentale. In tale studio sono stati analizzati i batteri presenti sulla superficie dei denti di alcuni bambini di 12 anni che presentavano delle carie. Sono così state individuate alcune popolazioni batteriche che causano la carie e che crescono in presenza di zuccheri semplici. Infatti, la maggior parte di questi bambini aveva una dieta particolarmente ricca di zuccheri semplici. Anche l’orario in cui consumiamo gli zuccheri ha la sua importanza, infatti un altro studio [2] dimostra che se tale consumo avviene nelle ore che precedono il riposo notturno il rischio di sviluppare carie diventa considerevolmente maggiore.

L’alimentazione ha, dunque, un’importanza fondamentale nella prevenzione della carie. Sarebbe bene abituare i bambini a tutti i gusti fin da piccoli e non solo a quello dolce. Soprattutto a non utilizzare il sapore dolce come consolazione per i neonati. I succhi di frutta, che spesso contengono zuccheri aggiunti, possono essere sostituiti con acqua arricchita da una fetta di limone, di arancia o da foglioline di menta fresca. Gli spuntini quotidiani, sia dei bambini che degli adulti, non devono consistere in cibi dolci ma possono essere costituiti da un frutto a basso tenore zuccherino (come albicocche, pesche, pompelmi, fragole, lamponi e altri frutti di bosco), da uno yogurt o da pezzetti di verdure crude, ad esempio carote e finocchi. Bisognerebbe prediligere alimenti ricchi di fibre come verdure, cereali integrali e legumi, che possiedono anche una buona quota di sali minerali importanti per la salute dei denti. Anche il latte e i latticini non dovrebbero mancare per il loro contenuto di calcio ma senza abusarne, poiché contengono lattosio che appartiene alla categoria degli zuccheri fermentabili. La frutta secca, infine, oltre a contenere molte vitamine e minerali, esercita una vera e propria azione abrasiva sul dente che previene il depositarsi di scorie.

In conclusione, la “ricetta” giusta contro la carie è una dieta varia e povera di zuccheri, associata ad una corretta igiene orale.

[1] Ribeiro A.A., Azcarate-Peril M.A., Cadenas M.B. et al. The oral bacterial microbiome of occlusal surfaces in children and its association with diet and caries. Plos One (2017) 5, 12.

[2] Goodwin M., Patel D.K., Vyas A. et al. Sugar before bed: a simple dietary risk factor for caries experience. Community Dent Health (2017) 34 (1), 8-13.

I dolcificanti artificiali e i rischi per la salute

I dolcificanti artificiali e i rischi per la salute

“I dolcificanti artificiali inducono intolleranza al glucosio alterando il microbiota intestinale.”

E’ questo il titolo di un lavoro scientifico pubblicato sulla rivista Nature lo scorso ottobre da un gruppo di ricercatori israeliani [1].

I dolcificanti artificiali sono fra i più diffusi additivi alimentari utilizzati nel mondo e a causa del loro basso contenuto calorico sono generalmente considerati sicuri e utili, soprattutto per i soggetti che hanno problemi di peso. Tuttavia nel mondo scientifico sono sorti molti dubbi riguardo la loro sicurezza.

Molti dolcificanti artificiali passano attraverso il tratto gastro-intestinale senza essere digeriti [2] e quindi entrano direttamente a contatto con il microbiota intestinale, cioè con la flora batterica che colonizza normalmente le vie digerenti e che ha un ruolo fondamentale in molti processi fisiologici. Il microbiota intestinale, infatti, ha un ruolo chiave nello sviluppo di stati di sovrappeso, obesità, diabete e sindrome metabolica [3,4].

In questo studio sono stati utilizzati gruppi di topi a cui sono stati somministrati acqua e glucosio e gruppi a cui sono stati somministrati dolcificanti artificiali. Questi ultimi hanno sviluppato intolleranza al glucosio (una condizione in cui il glucosio presente nel sangue assume valori elevati). Inoltre, la composizione della loro flora batterica è risultata significativamente alterata rispetto ai topi alimentati con acqua e glucosio, dimostrando l’effetto diretto dei dolcificanti sul microbiota intestinale.

Gli stessi autori hanno voluto confermare gli effetti dei dolcificanti artificiali sull’uomo analizzando vari parametri clinici di individui sani che facevano consumo abituale di dolcificanti artificiali. Tali parametri (aumento del peso corporeo, glicemia a digiuno, valori dell’emoglobina glicosilata e di enzimi epatici) sono risultati significativamente alterati rispetto a quelli di individui che non facevano uso di dolcificanti artificiali, dimostrando il rapporto diretto fra uso abituale di dolcificanti e sviluppo di patologie metaboliche. Viene dimostrato quindi che l’abuso di dolcificanti non calorici negli ultimi anni ha contribuito direttamente allo sviluppo di quelle stesse patologie che tali sostanze avevano lo scopo di combattere.

Queste conclusioni confermano i risultati di studi precedenti che hanno già evidenziato che molti dei ceppi batterici che subiscono modifiche in seguito al consumo di dolcificanti artificiali sono associati allo sviluppo di diabete di tipo 2 ed obesità nell’uomo [4,5].

In conclusione, quando vogliamo concederci un caffè o una bibita addolciamola con il comune zucchero avendo cura di moderarne la quantità.

[1] Suez J. et al. Artificial sweeteners induce glucose intolerance by altering the gut microbiota. Nature (2014) 514, 181-186.

[2] Roberts A., Renwick A.G., Sims J. and Snodin D.J. Sucralose metabolism and pharmacokinetics in man. Food Chem Toxicol (2000) 38 (Suppl.2), 31-34.

[3] Ley R.E., Turnbaugh P.J., Klein S. and Gordon J.I. Microbial ecology: human gut microbes associated with obesity. Nature (2006) 444, 1022-1023.

[4] Qin J. et al. A metagenome-wide association study of gut microbiota in type 2 diabetes. Nature (2012) 490, 55-60.

[5] Karlsson F.H. et al. Gut metagenome in European women with normal, impaired and diabetic glucose control. Nature (2013) 498, 99-103.