Anemia ed emoglobina bassa

L’anemia è una condizione molto frequente e spesso è causata anche da livelli di emoglobina bassi.

Si tratta in realtà di una famiglia di patologie con diverse manifestazioni cliniche e svariate cause. L’anemia si verifica quando il numero o la grandezza dei globuli rossi sono inferiori rispetto alla norma per cui non riescono a trasportare abbastanza ossigeno nel sangue. In questi casi i valori dell’emoglobina, che è la proteina che i globuli rossi utilizzano per trasportare l’ossigeno, sono inferiori alla norma e si può quindi verificare una condizione di sideremia e di ematocrito bassi, cioè una carenza di ferro e una riduzione del numero dei globuli rossi rispetto alla norma.

Si parla di anemia quando l’emoglobina nel sangue è al di sotto di 13 g/l negli uomini è di 12 g/l nelle donne. Le cause dell’anemia possono essere molteplici: è possibile che ci sia un’insufficiente produzione di globuli rossi, oppure un’insufficiente sintesi di emoglobina che a sua volta potrebbe essere dovuta ad una carenza di ferro. Queste condizioni potrebbero anche essere secondarie ad altre ad altre patologie, come malattie del sangue, dei reni, della tiroide, oppure l’anemia può semplicemente derivare da una malnutrizione, da deficit vitaminici oppure da un sanguinamento massivo.

Anche i sintomi dell’anemia sono variabili a seconda della gravità della condizione si parte da una sensazione di stanchezza sia fisica che mentale, debolezza, mal di testa, pallore, fragilità di unghie e capelli fino a sintomi più importanti come l’aumento della frequenza respiratoria con conseguente dispnea e difficoltà respiratoria.

La maggior parte delle anemie sono però dovute a carenze nutrizionali e quindi ad una dieta scorretta, ciò significa che l’alimentazione può aiutarci a prevenire e a porre rimedio a questa condizione. Spesso, infatti, l’anemia può essere causata da carenze di ferro, vitamina B 12 o acido folico per cui una dieta per contrastare l’anemia dovrà prevedere l’inserimento di alimenti che contengono questi nutrienti.

Fra gli alimenti ricchi di ferro ci sono: carni rosse magre, pollo, tacchino, pesce come merluzzo, tonno fresco e salmone, mentre nel regno vegetale troviamo legumi, cereali e verdure. Il ferro contenuto nei vegetali però è scarsamente assimilabile dall’organismo e per facilitarne l’assorbimento dovremo associare all’assunzione di questi alimenti una fonte di vitamina C presente negli agrumi, nei pomodori, nei kiwi, nella lattuga. Allo stesso tempo bisognerà evitare degli alimenti che ostacolano l’assorbimento del ferro come quelli che contengono calcio, ossia latte e derivati, ma anche quelli che contengono tannini come il tè, il caffè e il cioccolato.

Se invece l’anemia è legata ad una carenza di vitamina B12, gli alimenti più indicati sono pesce e carni magre, yogurt, latte vaccino, uova, formaggi magri, frattaglie. Nel caso di carenza di acido folico bisognerebbe privilegiare alimenti di origine vegetale come broccoli, cavoli, verdura a foglia verde e legumi.

Dieta per emoglobina bassa e anemia: cosa mangiare, cosa evitare e 5 alimenti utili

Le proprietà delle pere

Le pere sono dolcissimi frutti dalle mille proprietà. Se ne conoscono fino a 30 varietà diverse, ma tutte buonissime e salutari. Mangiarle tutti i giorni conferirà al nostro corpo molti benefici.

Le pere sono infatti ricche di acqua e fibre e per questo idratanti e poco caloriche, si prestano quindi benissimo a diete ipocaloriche ed anche a diete in caso di diabete, dal momento che le fibre ne mitigano l’indice glicemico pur contenendo molti zuccheri. Anche chi soffre di ipertensione può trarre benefici mangiando le pere poiché contengono potassio, antiossidanti e fibre che aiutano l’intero apparato cardiovascolare. Le fibre aiutano inoltre il nostro intestino a trovare la giusta regolarità e i composti antiossidanti, quali polifenoli e flavonoidi, proteggono le nostre cellule dall’invecchiamento e dai danni infiammatori. Gli sportivi possono utilizzarle dopo l’attività fisica per reintegrare liquidi e minerali persi ed anche per usufruire di energia pronta all’uso grazie agli zuccheri. I minerali contribuiscono a mantenere l’equilibrio idrosalino del nostro corpo favorendo la diuresi e l’eliminazione delle scorie. Le pere sono frutti ottimi durante la gravidanza, l’allattamento ed anche l’infanzia e l’età senile, poiché particolarmente digeribili. La vitamina C che le pere contengono è un supporto per il nostro sistema immunitario date le sue proprietà antiossidanti.

Non dimentichiamo poi che le pere hanno poche calorie (circa 35 kcal per 100g) pertanto si possono mangiare se si è a dieta ipocalorica, per un dolce e salutare spuntino.

Unica controindicazione delle pere è il loro effetto lassativo se mangiate in grosse quantità, pertanto in caso di sindrome del colon irritabile sarebbe meglio mangiarle con moderazione.

Pere: le proprietà di un dolce frutto ricco di fibre

Le albicocche

Le albicocche

L’albicocca è il frutto di una pianta appartenente alla famiglia delle Rosacee, a cui appartengono anche la pianta della ciliegia, della pesca e della prugna. E’ originaria della Cina, ma ora ampiamente coltivata in Francia, Italia, Stati Uniti, Spagna e Grecia. Ne esistono diverse varietà ma tutte hanno in comune, oltre ad un gradevole sapore dolce, un elevato contenuto di vitamina C ed A, dei potenti antiossidanti che difendono cellule e tessuti dall’attacco dei radicali liberi. Per questo motivo le albicocche proteggono la nostra vista: uno studio del 2004 ha dimostrato che il consumo di 3 o più porzioni al giorno di frutta, fra cui le albicocche, può ridurre il rischio di sviluppare la degenerazione maculare, cioè la causa maggiore di grave riduzione visiva nei soggetti anziani [1].

L’alto contenuto in beta carotene, inoltre, protegge il colesterolo LDL (il colesterolo “cattivo”) dall’ossidazione aiutandoci a prevenire le malattie cardiovascolari. E’ ben noto che i composti antiossidanti hanno un ruolo chiave nel difenderci da tali malattie e gli antiossidanti contenuti nelle albicocche sono stati oggetto di vari studi scientifici che hanno dimostrato che i composti che si formano durante il processo di disidratazione (quindi di riscaldamento delle albicocche), composti facenti parte del gruppo delle melanoidine, esercitano una notevole azione protettiva contro gli stress ossidativi che si verificano normalmente nelle cellule e che sono alla base di molte disfunzioni del sistema cardiovascolare [2]. Sarebbe molto salutare quindi inserire nella nostra dieta una porzione al giorno di albicocche disidratate.

Le albicocche sono una buona fonte di fibre, indispensabili per il buon funzionamento dell’intestino. Hanno infatti un leggero effetto lassativo dovuto al contenuto in cellulose e pectine. Mangiare le albicocche, pertanto, è un modo molto gradevole di introdurre fibre nella nostra alimentazione, che spesso ne è povera.

Così come le prugne e le pesche, le albicocche hanno un alto contenuto di ferro. In particolare, 100 grammi di albicocche disidratate contengono il doppio del ferro contenuto in 100 grammi di carne, ma senza grassi. Per questo motivo sono state usate fin dai tempi antichi come rimedio per l’anemia. Esse inoltre ci forniscono una buona dose di potassio, minerale importante per combattere la ritenzione idrica e l’ipertensione.

L’olio di albicocca, ottenuto dalla spremitura dei noccioli, è molto usato nel campo cosmetico poiché ha azione emolliente ed elasticizzante ed anche calmante sulla cute infiammata.

Tutte queste proprietà rendono l’albicocca il frutto ideale per chi ha problemi di sovrappeso, con il suo basso contenuto calorico (28 kcal per 100 grammi) e l’alto contenuto in acqua (86% circa) e fibre (1.5 grammi per 100 grammi).

[1] Cho E., Seddon J.M., Rosner B., Willett W.C., Hankinson S.E. Prospective study of intake of fruits, vegetables, vitamins, and carotenoids and risk of age-related maculopathy. Arch Ophthalmol. (2004) 122, 883-892.


[2]
Cossu A., Posadino A.M., Giordo R., Emanueli C., Sanguinetti A.M., Piscopo A., Poiana M., Capobianco G., Piga A., Pintus G. Apricot Melanoidins Prevent Oxidative Endothelial Cell Death by Counteracting Mitochondrial Oxidation and Membrane Depolarization. Plos One (2012) 7, e48817.

Il kiwi

Il kiwi

Il kiwi è un frutto originario della Cina ormai diffusissimo anche in Italia che ne è, oggi, il secondo produttore al mondo dopo la stessa Cina. Nel Novecento il kiwi è stato esportato in Nuova Zelanda ed è qui che ha preso il suo nome attuale, dall’uccello tipico di questo Stato (noto anche come Apteryx).

Gennaio, febbraio e marzo sono i mesi tipici di maturazione del kiwi, anche se lo si trova ormai sul mercato quasi per tutto l’anno grazie, principalmente, alla sua facilità di conservazione.

Guardando il profilo nutrizionale del kiwi ciò che salta immediatamente all’occhio è l’elevato contenuto in vitamine e sali minerali, in particolare vitamina C, che supera anche quello delle arance (50 mg contro 85 mg in 100 g). Contiene un gran numero di flavonoidi e carotenoidi che gli conferiscono proprietà antiossidanti, tanto da renderlo un noto agente protettivo contro i danni al DNA [1]. Un adeguato apporto di vitamina C con la dieta si è dimostrato molto utile nel ridurre i problemi causati da artriti ed asma e nel prevenire patologie come il cancro al colon, l’arteriosclerosi, i disturbi cardiovascolari. Dal momento che questa vitamina è fondamentale per il funzionamento del sistema immunitario, aiuta anche nel lenire disturbi infiammatori.

Il kiwi è una buona fonte di potassio che, agendo in sinergia con la vitamina C e i polifenoli in esso contenuto, contribuisce alla salute delle arterie riducendo il rischio di formazione di placche e riducendo i livelli di trigliceridi nel sangue. Tali effetti benefici sul sistema cardiovascolare sono rafforzati dalle fibre di cui il kiwi è ricco, che contribuiscono ad abbassare i livelli di colesterolo e di zuccheri nel sangue ed inoltre sono un toccasana per l’intestino. Infatti, oltre a regolarizzarne le funzioni, rimuovono le tossine dal colon riducendo i rischi di cancro a questo organo. E’ importante osservare che chi soffre di diverticolosi del colon, patologia caratterizzata dalla formazione di tasche intestinali soggette ad infiammazioni, dovrebbe evitare il kiwi a causa della presenza dei numerosi semini.

Da segnalare, inoltre, l’alto contenuto di acido folico, che lo rende il frutto ideale da mangiare in gravidanza. La vitamina C e acido folico, insieme, favoriscono l’assorbimento del ferro contenuto negli alimenti, per cui il kiwi è particolarmente indicato anche per chi soffre di anemia.

Il kiwi è un frutto a basso contenuto calorico, fornisce infatti 44 kcal ogni 100 g. Servito con dello yogurt è uno spuntino leggero e salutare ed è ideale anche a colazione, magari insieme a dei cereali, come fonte di vitamine e sali minerali fin dal mattino.

[1] Burton-Freeman B., Linares A., Hyson D. et al. Strawberry Modulates LDL Oxidation and Postprandial Lipemia in Response to High-Fat Meal in Overweight Hyperlipidemic Men and Women. J. Am. Coll. Nutr. (2010) 29, 46-54.

La zucca

La zucca

Siamo in ottobre inoltrato e nei mercati compare la zucca, che sfoggia allegre sfumature di colore che vanno dal verde all’arancio intenso e numerose e talvolta stravaganti forme. Originarie del Centro America, le zucche furono i primi vegetali ad essere esportati dal nuovo mondo insieme alle patate e ai pomodori. Si tratta di un ortaggio molto versatile: si adatta a diverse preparazioni che vanno dall’antipasto al dessert, passando per molti primi e secondi piatti.

La prima, importante, proprietà nutrizionale della zucca è il suo contenuto in antiossidanti, come il beta-carotene, che protegge il sistema circolatorio, rallenta l’invecchiamento cellulare e svolge attività antinfiammatoria. Essa inoltre contiene vitamine (in particolare E, ma anche A e C), sali minerali e pectine, fibre solubili importanti nei processi digestivi e nelle funzioni intestinali. Ha proprietà diuretiche, per cui può aiutare a combattere i fenomeni di ritenzione idrica.

In particolare i semi di zucca costituiscono una significativa fonte di zinco e hanno effetti antimicrobici grazie ai lignani, composti fenolici che aiutano le piante a difendersi dai microorganismi. I semi di zucca sono infatti tradizionalmente utilizzati per combattere le infezioni intestinali.

La zucca vanta proprietà ipoglicemizzanti. Uno studio del 2001 effettuato da un gruppo di ricercatori messicani, mostra come il trattamento con estratti di semi e polpa di zucca sia in grado di ridurre i livelli di glucosio in pazienti affetti da diabete di tipo 2 [1].

Oltre a ciò, la zucca è da apprezzare per il basso contenuto calorico (18 kcal per 100 grammi) e l’alto contenuto in acqua (quasi il 95%) che ne fanno alimento particolarmente amato da chi vuole perdere peso mantenendo un senso di sazietà ed evitando la monotonia, potendo prepararla in tante fantasiose ricette.

Infine meritano un cenno anche le proprietà cosmetiche della zucca, la cui polpa può essere utilizzata come maschera per viso per ottenere un effetto idratante e lenitivo.

[1] Acosta-Patino J.L., Jimenez-Balderas E., Juarez-Oropeza M.A., Diaz-Zagoya J.C. Hypoglycemic action of Cucurbita ficifolia on Type 2 diabetic patients with moderately high blood glucose levels. J. Ethnopharmacol. (2001) 77, 99-101.