Le proprietà dell’olio di canapa

L’olio di semi di canapa è un olio vegetale utilizzato sia in cucina sia come integratore grazie alle sue numerose proprietà. Si ricava dalla spremitura dei semi della pianta della canapa e si presenta di colore verde con un sapore molto gradevole e delicato.

L’olio di semi di canapa ha proprietà antinfiammatorie grazie al notevole contenuto di acidi grassi polinsaturi che, insieme ai fitosteroli, hanno effetti protettivi sul sistema cardiovascolare, contribuendo ad abbassare i livelli di colesterolo plasmatico. Con le sue proprietà emollienti facilita il transito intestinale e calma le irritazioni del tratto gastrointestinale, contribuendo ad alleviare i sintomi del reflusso gastro-esofageo. I grassi buoni che l’olio di canapa contiene contribuiscono al benessere delle cellule, poiché vanno a inserirsi nelle membrane cellulari migliorando le funzioni di tutti i tessuti ed anche delle cellule del sistema immunitario. Le sue proprietà antinfiammatorie si esplicano anche sul sistema nervoso e sulle articolazioni. Grazie poi agli effetti antibatterici, ci aiuta a prevenire dermatiti e affezioni delle vie respiratorie. Per uso esterno attenua infiammazioni muscolari ed articolari.

Per ottenere benefici su pelle e capelli è possibile assumere per bocca l’olio di semi di canapa come integratore oppure applicarlo direttamente facendo degli impacchi sul cuoio capelluto e su tutta la lunghezza dei capelli. In commercio, inoltre, sono disponibili tanti tipi di prodotti cosmetici a base di questo olio con proprietà idratanti, antirughe, emollienti antiossidanti.

E’ possibile utilizzarlo in cucina come olio da condimento senza superare i 30 grammi al giorno e a crudo, poiché, avendo un basso punto di fumo, con il calore si deteriorerebbe.
Se assunto nelle dosi consigliate e come olio da condimento, l’olio di canapa non ha particolari effetti collaterali. Naturalmente è sempre consigliabile consultare il proprio medico se si pensa di intraprenderne un uso regolare come integratore e verificare eventuali interazioni con farmaci e terapie.

Olio di semi di canapa, una fonte bilanciata di grassi buoni: ecco proprietà, benefici e controindicazioni

Le proprietà del pepe

Le proprietà del pepe
Quali sono le proprietà del pepe?

Il pepe è prodotto da una pianta appartenente alla famiglia delle Piperaceae, originaria dell’India, i cui frutti sono delle piccole bacche che a seconda del grado di maturazione e del metodo di lavorazione danno le diverse varietà, conosciute come pepe nero, bianco, verde, rosso.

Al contrario di quel che si possa pensare, oltre che arricchire il sapore di molte pietanze, il pepe ha anche delle importanti proprietà nutrizionali, è infatti una buona fonte di minerali, quali manganese, rame, ferro ed anche vitamina K.

L’ingestione del pepe determina un aumento della secrezione di acido cloridrico a livello dello stomaco, facilitando i processi digestivi e riducendo la formazione di gas intestinali. Ha inoltre proprietà diuretiche, cioè contribuisce all’eliminazione dei liquidi attraverso le urine.

Il sapore pungente del pepe è dovuto alla piperina in esso contenuto, che secondo uno studio coreano del 2012 [1] sarebbe in grado di inibire la maturazione degli adipociti (le cellule del tessuto adiposo) in vitro e potrebbe quindi contrastare la formazione del tessuto adiposo.

La medicina tradizionale indiana riconosce inoltre al pepe proprietà antinfiammatorie ed antisettiche. Il suo uso è tuttavia controindicato nei casi di gastrite, reflusso gastro-esofageo ed emorroidi poiché ha effetto irritante sulla mucosa gastrica.

E’ consigliabile acquistare il pepe in grani e macinarlo al momento dell’uso in modo che non perda il suo aroma e oltre che per arricchire piatti a base di carne, il pepe può essere usato per preparare un ottimo condimento per le insalate: olio extravergine d’oliva, succo di limone, sale e pepe nero.

[1] Park U.-H., Jeong H.-S., Jo E.-Y., Park T., Yoon S.K., Kim E.-J., Jeong J.-C., Um S.-J. Piperine, a Component of Black Pepper, Inhibits Adipogenesis by Antagonizing PPARγ Activity in 3T3-L1 Cells. J. Agric. Food Chem. (2012) 60, 3853–3860.